Appartamenti in affitto: ecco cosa è importante sapere

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Anche se un appartamento in affitto non è generalmente la casa della vita, è sempre consigliabile valutare con attenzione alcuni determinati aspetti, per arrivare preparati alla firma del contratto. In questo modo potremo così evitare spiacevoli discussioni che potrebbero sorgere in seguito. Ecco quindi una mini guida su cosa è importante sapere quando si decide di prendere un appartamento in affitto, con alcuni consigli speciali da ricordare per essere sicuri di non sbagliare.

1. Il proprietario deve fornire la licenza di abitabilità

Prima della firma del contratto d’affitto sarà molto importante assicurarsi che l’immobile abbia ottenuto dal Comune la licenza di abitabilità, o agibilità, come previsto dalla normativa che regola le locazioni. Spesso infatti alcuni appartamenti, pur essendo accatastati come uffici vengono affittati come moderne soluzioni residenziali. Oppure, soprattutto nelle grandi città, accade che alcuni immobili commerciali accatastati come C3 siano affittati come Loft ad uso abitativo, pur non essendolo.

DA RICORDARE: senza l’attestazione di agibilità non potremo richiedere la residenza nell’immobile che abbiamo preso in affitto. Questo significa che, se per esempio dovessimo chiedere la residenza in un loft accatastato come C3 invece che A3, oltre a non riceverla, andremmo anche incontro a sanzioni per abuso abitativo.

2. Nel contratto va incluso il verbale di consegna

Uno dei documenti che sarebbe preferibile ricevere al momento della firma del contratto d’affitto è  il verbale di consegna, in cui saranno descritte le condizioni dell’immobile in locazione: lo stato degli impianti, l’eventuale presenza di una cucina arredata o di altri mobili, lo stato degli infissi e delle pareti, etc… Se tale documentazione non fosse disponibile, il consiglio è di scattare fotografie nel momento dell’ingresso in casa e di segnalare subito eventuali danni presenti, per evitare controversie quando riconsegneremo le chiavi.


DA RICORDARE: l’appartamento va lasciato nelle stesse condizioni in cui l’abbiamo trovato al momento della firma del contratto. Questo significa per esempio che dovremo ridipingerlo, se ci era stato consegnato verniciato a nuovo.

3. L’Attestato di Prestazione Energetica è obbligatorio

Dall’agosto 2013 la normativa prevede che alla firma del contratto d’affitto (ma anche d’acquisto) il proprietario di casa debba fornire il cosiddetto APE – Attestato di Prestazione Energetica: si tratta di un documento redatto da tecnici qualificati e indipendenti che certifica i consumi energetici dell’immobile per quanto riguarda il riscaldamento, la produzione di acqua calda e l’eventuale climatizzazione estiva.


DA RICORDARE: l’APE  è considerato parte integrante del contratto d’affitto che, altrimenti, può essere a tutti gli effetti ritenuto nullo.

4. È possibile rivolgersi ad esperti

Se abbiamo dubbi sul tipo di contratto che ci viene proposto, piuttosto che sul canone di locazione o su alcune delle clausole indicate, il consiglio è di rivolgerci ad esperti del settore, come per esempio i sindacati degli inquilini o le diverse associazioni  dei consumatori esistenti. Inoltre, teniamo presente che nei grandi Comuni è spesso presente uno sportello apposito per  i contratti d’affitto, in cui potremo trovare informazioni e richiedere consulenze.


DA RICORDARE: la Legge di Stabilità approvata per il 2016 ha portato diversi aggiornamenti alle norme che regolano i contratti d’affitto e per questo motivo potrebbe essere utile informarsi a proposito prima di firmare il contratto. Potrebbero infatti esserci alcune novità interessanti, soprattutto per i giovani.

5. L’inquilino può apportare solo cambiamenti minimi

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Solitamente gli inquilini non possono eseguire modifiche strutturali, come la demolizione o la costruzione di pareti, piuttosto che il cambio dei pavimenti o la realizzazione di un soppalco fisso. A meno che ovviamente tali interventi non siano previsti nel contratto d’affitto, in cambio di una riduzione del canne di locazione. Come inquilini potremo naturalmente dipingere le pareti o nel caso rimuovere una porta, a patto che però questa venga conservata e ripristinata quando riconsegneremo la casa. Se per esempio volessimo cambiare la posizione di un radiatore o del lavabo in il consiglio è di chiedere il permesso al proprietario, per evitare che al termine del contratto preveda che la casa gli venga consegnata allo stato iniziale.  

DA RICORDARE: se avessimo la necessità di riorganizzare gli spazi potremmo ricorrere a soluzioni mobili, facilmente rimuovibili. Per esempio una libreria utilizzata come parete divisoria per ricavare una stanza in più, come vediamo in questa proposta di SOLOLIBRERIE, o un soppalco in arredo, per sfruttare il soffitto particolarmente alto.  

6. Al proprietario spettano le spese straordinarie

Se non è specificato diversamente nel contratto, generalmente le spese straordinarie (come per esempio la sostituzione della caldaia) sono a carico del proprietario. Le spese ordinarie vengono invece ripartite tra le due parti, secondo questo schema di massima:

- Al proprietario i costi relativi alla gestione e a ciò che è destinato a rimanere nel tempo (ad esempio gli interventi all’ascensore per adeguamento alle norme legislative).

- All'inquilino tutti i costi dipendenti dall’utilizzo e dal consumo  (per esempio la sostituzione della pulsantiera dell’ascensore).  

DA RICORDARE:  se nei costi attribuibili al proprietario vi fosse anche una spesa dovuta alla negligenza dell’inquilino, ovviamente la questione cambierebbe. Pensiamo ad esempio alla necessità di cambiare un cancelletto danneggiato dall’inquilino.

Eccoci arrivati al termine nel nostro Libro delle Idee dedicato a contratti d’affitto: per saperne di più potremmo leggere anche “Guida all’affitto: le 7 cose che non puoi non sapere!”.

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