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Berlino : L' attuazione della Ricostruzione Futurista dell'Universo

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“Noi futuristi, Balla e Depero, vogliamo realizzare questa fusione totale per ricostruire l’universo rallegrandolo, cioè ricreandolo integralmente." (dal Manifesto Futurista, Marzo 1915. G. Balla e F. Depero). 

Esattamente 100 anni dopo il pronunciamento di questa intenzione, possiamo dire che i Futuristi ci avevano visto lungo. La sensibilità dell’essere umano nei confronti dell’arte accostata al concetto di bellezza, si è estesa parallelamente all’espansione urbana, tecnologica e culturale, quasi come una rivolta. L’arte si è insinuata in modo naturale nel contesto della vita quotidiana, subentrando in un meccanismo che possiamo definire democratico.   Laddove arte si riconduce all’esigenza di esprimersi, è Berlino la città dove sembrano convergere i talenti inconsueti del mondo: funamboli, giocolieri, teatranti, cantanti di ogni genere e da ogni epoca storica, pittori, poeti, sembrano popolare ogni angolo di questa poliedrica, immensa, coloratissima, libera città. Probabilmente anche Depero, accusato nel 1916 di osare troppo, ad oggi opererebbe a Berlino, vivendo in una residenza artistica messa in piedi all’interno di un edificio abbandonato, e vendendo le sue opere nei mercati rionali. 

L'allegra ricostruzione dell'Universo insomma a Berlino pare riuscire: luoghi con storie vibranti ed affascinanti, ricostruiti, chiusi, riaperti e trasformati, che parevano non dover esser più nulla, che ad oggi rappresentano uno dei più forti biglietti da visita della città: la cultura del progetto architettonico si mescola con l’ordinario, offrendo luoghi di rara bellezza in cui i cittadini vengono coinvolti nelle loro attività quotidiane, che siano commerciali, artistiche o collettive.

Tacheles – Storia travagliata di una residenza artistica

Tacheles - La Travagliata storia di una residenza artistica robertaita

Tacheles – Storia travagliata di una residenza artistica

Parlando di arte che si insedia nel cuore delle città divenendo fulcro stesso di esse, fuoco al cui cospetto si innalza la personalità più profonda di un luogo come è avvenuto a Berlino, è di dovere citare anche storie sfortunate, come quella della residenza artistica Tacheles. 

L’edificio modernista con influenze classiche e gotiche, costruito nel primo decennio del 1900, si estendeva da Friedrichstraße a Oranienburger Straße, nel quartiere Mitte della città. Nasce come centro commerciale dal concept innovativo (fallendo dopo un anno e mezzo), viene poi rilevato da diverse società per azioni, per poi esser messo all’asta e divenire la Casa delle Tecniche dell’azienda AEG. Negli anni il complesso continua ad osservare inerme le vicende travagliate che avvengono al suo interno: diviene negli anni 30 la sede principale delle SS, con prigioni per i nemici francesi annesse,  le cantine vengono allagate (lo sono tutt’oggi), alcune parti danneggiate. Dalla fine degli anni 40 il degrado dell’edificio aumenta, viene occupato da venditori, viene adibito a diverse attività quali cinema, agenzia di viaggi, scuola per artisti, fino a non riuscire a passare alle perizie statiche che ne proclamano la demolizione, che inizia nell’80. Ma subito prima dello scoccare della sua ora, prevista nell’aprile del ’90, nel febbraio dello stesso anno il movimento artistico Tacheles (libertà di espressione) occupa l’edificio, o quello che ne rimaneva, e i proprietari richiedono il riconoscimento del complesso come monumento storico. Per alcuni anni l’attività artistica rende finalmente un’identità forte a questo luogo malinconico ma che non si arrende, con laboratori, studi di artisti, teatri, esibizioni. Ma la burocrazia turbolenta continua a tormentare l’anima di questo edificio che si vede ancora affittato, scambiato, venduto ad altri proprietari, fallito, fino all’abbandono dei laboratori nel 2010 e lo sfratto degli artisti nel 2011. Dal 2012, l’edificio del Tacheles viene addirittura chiuso ai visitatori. 

Ma lui è ancora lì. Con il suo volto malinconico ad osservare ciò cha accade.  

http://www.kunsthaus-tacheles.de/

Parlando di arte che si insedia nel cuore delle città divenendo fulcro stesso di esse, fuoco al cui cospetto si innalza la personalità più profonda di un luogo come è avvenuto a Berlino, è di dovere citare anche storie sfortunate, come quella della residenza artistica Tacheles. 

L’edificio modernista con influenze classiche e gotiche, costruito nel primo decennio del 1900, si estendeva da Friedrichstraße a Oranienburger Straße, nel quartiere Mitte della città. Nasce come centro commerciale dal concept innovativo (fallendo dopo un anno e mezzo), viene poi rilevato da diverse società per azioni, per poi esser messo all’asta e divenire la Casa delle Tecniche dell’azienda AEG. Negli anni il complesso continua ad osservare inerme le vicende travagliate che avvengono al suo interno: diviene negli anni 30 la sede principale delle SS, con prigioni per i nemici francesi annesse,  le cantine vengono allagate (lo sono tutt’oggi), alcune parti danneggiate. Dalla fine degli anni 40 il degrado dell’edificio aumenta, viene occupato da venditori, viene adibito a diverse attività quali cinema, agenzia di viaggi, scuola per artisti, fino a non riuscire a passare alle perizie statiche che ne proclamano la demolizione, che inizia nell’80. Ma subito prima dello scoccare della sua ora, prevista nell’aprile del ’90, nel febbraio dello stesso anno il movimento artistico Tacheles (libertà di espressione) occupa l’edificio, o quello che ne rimaneva, e i proprietari richiedono il riconoscimento del complesso come monumento storico. Per alcuni anni l’attività artistica rende finalmente un’identità forte a questo luogo malinconico ma che non si arrende, con laboratori, studi di artisti, teatri, esibizioni. Ma la burocrazia turbolenta continua a tormentare l’anima di questo edificio che si vede ancora affittato, scambiato, venduto ad altri proprietari, fallito, fino all’abbandono dei laboratori nel 2010 e lo sfratto degli artisti nel 2011. Dal 2012, l’edificio del Tacheles viene addirittura chiuso ai visitatori. 

Ma lui è ancora lì. Con il suo volto malinconico ad osservare ciò cha accade.  

http://www.kunsthaus-tacheles.de/

Prinzessinengarten - Silenziosa verde gioia

Prinzessinengarten - Luogo di immensa gioia robertaita Spazi commerciali Hotel

Prinzessinengarten - Silenziosa verde gioia

La Ricostruzione prevede la rinascita di luoghi bellissimi. 

 Rispondente a tutti i canoni di bellezza della nuova "bio" Berlino, dai tratti new age ma eleganti, dal sapore retrò ma che converge nell' industriale, Prinzessinengarten è assolutamente un'oasi per gli occhi e per lo spirito. Robert, il fondatore, prende l'idea da un viaggio a Cuba, e porta a Berlino il concetto di ortocultura urbana: i cubani coltivano ogni pezzo di terra tra le abitazioni per una questione di necessità, i berlinesi per rivalutare un pezzo di terra abbandonato adibito più o meno a discarica. Come? Trasformandolo in un giardino collettivo, dove i volontari del vicinato hanno contribuito alla realizzazione di questo luogo magico. 

Il Prinzessinengarten è  un mercatino settimanale, un punto di incontro per interessanti workshop sul gardening e sulla sostenibilità, è un piccolo parco d'artista: le coltivazioni trovano casa in installazioni apposite all'interno del giardino. Le installazioni sono movibili ed adattabili in altri spazi, essendo il destino dell'area ancora incerto: con questa soluzione però è possibile assicurare la riuscita di un nuovo Prinzessinengarten e continuare questa dolcissima operazione di collective gardening. 

"Dai diamanti non nasce nulla, dal letame nascono i fiori"

http://prinzessinnengarten.net/

La Ricostruzione prevede la rinascita di luoghi bellissimi. 

 Rispondente a tutti i canoni di bellezza della nuova "bio" Berlino, dai tratti new age ma eleganti, dal sapore retrò ma che converge nell' industriale, Prinzessinengarten è assolutamente un'oasi per gli occhi e per lo spirito. Robert, il fondatore, prende l'idea da un viaggio a Cuba, e porta a Berlino il concetto di ortocultura urbana: i cubani coltivano ogni pezzo di terra tra le abitazioni per una questione di necessità, i berlinesi per rivalutare un pezzo di terra abbandonato adibito più o meno a discarica. Come? Trasformandolo in un giardino collettivo, dove i volontari del vicinato hanno contribuito alla realizzazione di questo luogo magico. 

Il Prinzessinengarten è  un mercatino settimanale, un punto di incontro per interessanti workshop sul gardening e sulla sostenibilità, è un piccolo parco d'artista: le coltivazioni trovano casa in installazioni apposite all'interno del giardino. Le installazioni sono movibili ed adattabili in altri spazi, essendo il destino dell'area ancora incerto: con questa soluzione però è possibile assicurare la riuscita di un nuovo Prinzessinengarten e continuare questa dolcissima operazione di collective gardening. 

"Dai diamanti non nasce nulla, dal letame nascono i fiori"

http://prinzessinnengarten.net/

Bikini Berlin - L'etereo Concept Mall

Bikini Berlin - l'etero Concept Mall robertaita Spazi commerciali Centri commerciali

Bikini Berlin - L'etereo Concept Mall

All’ idea di Concept Mall il Bikini Berlin risponde con spazi fluttuanti, indefiniti. L’interno del Berlin Mall è quasi sospeso, un luogo dove il cemento e i materiali industriali sono diventati leggiadri, trasparenti.  Progettato durante il periodo di ricostruzione degli anni ’50 dagli architetti Schwebes e Schoszberger, per celebrare la rinascita della Repubblica Federale, il Bikini Berlin incarna il concetto di terra di mezzo tra il polmone verde della città, il Tiergarten, e la zona freneticamente commerciale di Kufurstendamm. Un’oasi dalla massima vivibilità degli spazi, che ancora oggi, nonostante la ristrutturazione avvenuta tra il 2010 e 2013, continua ad essere molto di più che un semplice spazio commerciale.

Il Bikini Berlin accoglie al piano terra (Berlin Pool) stand espositivi dedicati a giovani designers emergenti, ai quali viene data la possibilità di esporre le loro creazioni al limite dell’artigianale, dai tagli visionari accostate a brand già affermati.  Dagli spazi commerciali, ai bar, alla roof terrace di 7000mq del piano superiore che affaccia direttamente su Tiergarten (l’accesso è gratuito), questo Concept Mall dimostra accortezza, cura dei dettagli, nei confronti della realizzazione di spazi onirici e leggeri.  Un’ occhiata di riguardo spetta al 25hoursHotel Bikini, progettato rispondendo al tema della Giungla Metropolitana, accostando piante e materiali urbani come le piastrelle della stazione di AlexanderPlatz. 

https://www.bikiniberlin.de/en/bikini_berlin

All’ idea di Concept Mall il Bikini Berlin risponde con spazi fluttuanti, indefiniti. L’interno del Berlin Mall è quasi sospeso, un luogo dove il cemento e i materiali industriali sono diventati leggiadri, trasparenti.  Progettato durante il periodo di ricostruzione degli anni ’50 dagli architetti Schwebes e Schoszberger, per celebrare la rinascita della Repubblica Federale, il Bikini Berlin incarna il concetto di terra di mezzo tra il polmone verde della città, il Tiergarten, e la zona freneticamente commerciale di Kufurstendamm. Un’oasi dalla massima vivibilità degli spazi, che ancora oggi, nonostante la ristrutturazione avvenuta tra il 2010 e 2013, continua ad essere molto di più che un semplice spazio commerciale.

Il Bikini Berlin accoglie al piano terra (Berlin Pool) stand espositivi dedicati a giovani designers emergenti, ai quali viene data la possibilità di esporre le loro creazioni al limite dell’artigianale, dai tagli visionari accostate a brand già affermati.  Dagli spazi commerciali, ai bar, alla roof terrace di 7000mq del piano superiore che affaccia direttamente su Tiergarten (l’accesso è gratuito), questo Concept Mall dimostra accortezza, cura dei dettagli, nei confronti della realizzazione di spazi onirici e leggeri.  Un’ occhiata di riguardo spetta al 25hoursHotel Bikini, progettato rispondendo al tema della Giungla Metropolitana, accostando piante e materiali urbani come le piastrelle della stazione di AlexanderPlatz. 

https://www.bikiniberlin.de/en/bikini_berlin