Casa RG, es-arch es-arch Case moderne
Casa RG, es-arch es-arch Case moderne

La proposta progettuale riguarda il recupero del sottotetto di una porzione di fabbricato di edificio condominiale. Quest’ultimo si compone di n° 2 fabbricati e un corpo di collegamento. I due fabbricati, pur presentando caratteristiche differenti, sono stati costruiti contemporaneamente negli anni 60.

Il fabbricato oggetto dell’intervento fungeva da residenza per i dipendenti del negozio di alimentari allora presente al piano terra.

Il fabbricato esistente ha una pianta articolata, frutto di un’edificazione all’interno di un ambito ristretto. Pieghe, smussi e rientranze sembrano essere la conclusione di processo di rispetto delle distanze e non di una scelta compositiva e/o architettonica. Mentre il corpo principale risulta totalmente libero ed appoggiato su una porzione di terreno pianeggiante, il manufatto in ristrutturazione si trova a ridosso della via Bernasconi che corre a monte a quota elevata.

L’edificio ha una giacitura scomposta. Esso tende ad allargarsi verso nord e si mantiene rettilineo il lato verso l’edificio principale, verso ovest è caratterizzato da una serie di pieghe e di angoli smussati. La lieve pendenza della copertura rende meno evidente tale situazione, anche se poi anch’essa risulta scomposta nel perimetro. Il progetto parte dalla necessità e dalla possibilità di poter recuperare il sottotetto. Il progetto affronta come primo argomento la modifica delle falde di copertura e l’adeguamento della loro pendenza.

La rotazione del colmo (nord/sud) è la naturale soluzione ad una serie di problemi. Essa permette di “alzare” l’edificio a nord e a sud (lati liberi); di abbassarlo verso i lati occlusi (via Bernasconi/corpo principale). In questo modo sarà possibile realizzare delle aperture a sud, fronte attualmente cieco incrementando quindi l’efficienza energetica dell’edificio. Aver ruotato le falde permette di contenerne la dimensione, sia in termini di sviluppo che di altezza. Un ulteriore affinamento alla geometria della nuova copertura si è resa possibile introducendo il sistema del comignolo come elemento di correzione della forma.

Esso permette di regolarizzare il fronte nord e di rendere sostanzialmente equilibrata la lettura della copertura da via Bernasconi. La semplice rotazione della copertura ha radicalmente cambiato la percezione del volume; successivamente piccoli variazioni hanno contribuito alla definizione del nuovo volume. L’allungamento della parete est (verso nord) e della parete sud (verso est) ha permesso di ricostruire l’angolo e regolarizzare ulteriormente l’edificio. La prima operazione progettuale è stata quella di ridefinizione e regolarizzazione del volume, alla ricerca di un equilibrio possibile anche a fronte di una giacitura originale scomposta.

Nell’eterogeneità che contraddistingue l’intorno, il progetto intende riscattare la piccola dimensione attraverso un intervento equilibrato ma riconoscibile e dotato di identità. Il progetto costruisce la propria identità attraverso la nuova forma e la ridefinizione volumetrica.

La condizione di marginalità ha sempre determinato un senso di appartenenza al suolo. Osservando i colori dello spazio aperto, una sorta di sottobosco dai toni terrosi e volendo enfatizzare il radicamento a questo suolo, è subito apparso evidente che i materiali dovessero avere una certa uniformità, in modo tale da presentare l’edificio in una sorta di compattezza. Per questo motivo si è scelto di orientare i colori dei materiali e delle finiture verso i toni terrosi. L’intera superficie esterna è rivestita di piastrelle in kerlite dallo spessore ridotto (3 mm). Questa soluzione enfatizza la monoliticità del fabbricato.

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