Il progetto nasce dalla necessità del committente di reinventare il locale (un bar di 50mq lungo la Via Francigena nel centro di Fidenza), nella sua forma e nei suoi contenuti, in tempi brevi (la chiusura al pubblico del locale è stata di due settimane) e con un budget estremamente contenuto (20'000 €).
Senza intervenire sulla struttura architettonica sono stati pensati spazi parziali che definissero le diverse funzioni indicate dal committente; bancone, somministrazione veloce e somministrazione lenta. Questi tre differenti linguaggi spaziali sono chiaramente distinguibili, pur facendo parte di un sistema omogeneo più complesso, identificato nel materiale scelto, il legno.
Il legno utilizzato deriva dalla lavorazione di pallet dismessi. Questa scelta ci ha così dato modo non solo di contenere i costi di realizzazione del progetto, ma soprattutto di impregnare il locale di una storia, leggibile attraverso i segni lasciati dal tempo, conferendogli un senso empatico ed emozionale, alternativo al codice di produzione industriale.
La lavorazione delle assi ha portato alla definizione di doghe
di larghezza pari a 55 cm e di diverse altezze a seconda delle dimensioni del pezzo di origine. Esse si compongono in costole le quali circuiscono lo spazio accentuandone la profondità e nel contempo, attraverso una variazione di spessore nel tratto lungo il soffitto, definiscono vani luce.
Le costole sono state pensate come porzioni di parete attrezzabili, ovvero che possano supportare diverse funzioni, lasciando le restanti pareti libere da qualsiasi ingombro.
Ciò è possibile grazie allo spazio lasciato tra le doghe, pari a 19 mm. Questa misura è uguale allo spessore dei pannelli di Valchromat (mdf colorato in pasta) utilizzati per riverstire il bancone esistente, come superficie d'appoggio per i tavoli, per la realizzazione di mensole e vassoi. Questi ultimi due, come anche altri elementi d'arredo e di quotidiana utilità (appendiabiti, appendiborse, portagiornali etc), possono essere inseriti in questo spessore tra le doghe, sia dai clienti che dagli operatori, rendendo le pareti customizzabili a seconda delle necessità.
La scelta di allontanarsi dalla produzione industriale ci ha portato ad intervenire in prima persona nella realizzazione del progetto. Essa è avvenuta in tre fasi; dopo una prima fase di realizzazione degli elementi strutturali nel nostro laboratorio ad Arenzano ed una seconda di lavorazione dei pallet e del Valchromat ospitati in un capannone nei pressi di Fidenza è seguita la fase di montaggio all’interno del locale, seguendo quindi i principi dell’ autocostruzione (Progettazione e realizzazione).
Abstract
Un tributo al territorio, dove per estensione, si rappresenti con la simmetria delle linee, la luce e la volontaria impostazione di realizzazione da “ laboratorio”, lo stesso spirito presente nella lavorazione dell’artigianato delle eccellenze alimentari del territorio. La sfida della disposizione lineare delle doghe, part richiama il segno dalle geometrie verticali delle finestre dei prosciuttifici, mantenendone l’intenzione e la rappresentazione geometrica, ma riferendogli nuovi significati. In ultimo,l’uso del materiale di riciclo, segue la linea di un territorio che al mantenimento delle proprie eccellenze riconosciute ormai a livello mondiale, associa un metodo giusto e consapevole dell’ambiente.