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Villa a Bologna, Maria Balboni Architetto Maria Balboni Architetto
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Villa a Bologna, Maria Balboni Architetto Maria Balboni Architetto

RAFFINATI ACCOSTAMENTI PER UNA DIMORA DI CAMPAGNA TRADIZIONALMENTE MODERNA.

Una casa padronale dove materiali preziosi incontrano superfici ruvide, eleganza, tradizione, tecnologia e si fondono con una speciale sensibilità dell’arredare, creando un contesto solido, accogliente e piacevolemnte austero.

Intervento: ristrutturazione e recupero di una casa padronale

Luogo: Bologna

Progettista: arch. Maria Balboni

Committente: privato

I tre corpi di fabbrica di una corte rurale nella prima campagna bolognese, casa padronale, stalla fienile ed edificio di servizio, sono recuperati a fini abitativi .

Il progetto di ristrutturazione e recupero viene declinato nel linguaggio della contemporaneità con un risultato che non tradisce la tradizione ma rivisita gli spazi e la loro funzionalità, in un connubio perfetto.

Nella casa padronale soprattutto, sono stati creati ambienti particolarmente ricercati, ove il design si coniuga con gli ampi spazi di una casa antica e materiali diversi sono accostati in modo efficace ed affascinante, realizzando spazi contemporanei che mantengono il fascino della tradizone e del passato.

Fin dall’ingresso, collocato nel corpo contrale della struttura, il classico “androne” delle case della tradizione bolognese, si è accolti da giochi di luci e materiali: al centro dello spazio un cambio di pavimentazione, con inserimento di un pavimento di vetro contornato da un bordo in fibre ottiche, che corrisponde al disegno del soffitto.

Lo spazio aperto e dinamico non ha nulla a che vedere con la schematicità delle vecchie costruzioni. Lo sguardo fluisce liberamente attraverso il salone, solo parzialmente delimitato e dominato dall’imponente parete in porfido a spacco da cui prende forma il camino rivestito in rame, come un’incudine di metallo che racchiude geometricamente il focolare, per poi raggiungere la zona pranzo ed anche lo studio.

Qui il bellissimo portone antico è alloggiato sorprendentemente al centro di un ampio perimetro vetrato, con un effetto di sospensione che rappresenta la negazione esatta della pesantezza muraria e l’esaltazione della leggerezza e fluidità dello spazio.

La zona pranzo e cucina è caratterizzata dal contrasto tra le pareti bianche, le finiture cromate ed il wengè del pavimento e parla il linguaggio universale della linearità delle forme, dove le linee pulite ed un po’ spigolose si interrompono solo nella rotondità della colonna strutturale che separa visivamente le due zone, con un contrappunto anche cromatico e sottolinea con morbidezza questa demarcazione dello spazio.

Ad impreziosire la zona pranzo un lampadario in acciaio che simula un arbusto piegato dal vento, col suo aspetto ramificato e naturale fa da contrappunto alle forme geometriche della cappa inox sospesa sull’isola centrale della cucina, attrezzata con lavello e piano cottura e posizionata su una bianca lastra di vetro verniciato che la contorna come un tappeto.

Alle pareti alcune belle gigantografie d’autore in bianco e nero richiamano i cromatismi della casa.

La scala che porta al piano superiore conduce in un ampio disimpegno dove regnano sovrani i contrasti materici tra il parquet, il vetro che si inserisce nel wengè come una passatoia e sale verticalmente nelle porte a formare una grande U ed infine il mosaico in travertino scabro che con il suo reticolo variegato si stacca dalle superfici compatte e monocrome dell’ambiente.

Nelle camere da letto la continuità delle luci si presta ad alleggerire e movimentare il gioco dei cartongessi a soffitto e a parete, un vezzo che non tradisce la linearità e semplicità delle forme.

Il bagno padronale si rivela come uno scrigno dietro alle due ante antiche decorate: salendo alcuni gradini si raggiunge il piano vasca, circondato da una fascia di sassi bainchi non cementati che può essere utilizzata per la riflessologia plantare. A soffitto un motivo a stella è impreziosito dall’inserimento di fibre ottiche per creare un gioco di luce sulla grande vasca in pietra con idromassaggio.

Al piano superiore la mansarda riprende il tema del mosaico in pietra dove diventa un tappeto geometrico al centro dello spazio caratterizzato da ampi gradini seduta.

Tutta la casa è pervasa da un’atmosfera di sobria e rarefatta eleganza in cui l’equilibrio calibrato di forme, colori, superfici, volumi e luci conduce al di fuori di un orizzonte temporale e suggerisce il linguaggio di una moderna classicità. Le luci, gli spazi e i colori trasmettono un senso austero di forza, protezione e sicurezza che richiama la purezza dei valori della tradizione e li proietta con forza nella tecnologia, nel progresso, nel futuro.

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