Il progetto nasce dalla richiesta del proprietario nonchè chef del
ristorante, di creare un ambiente in cui potessero coesistere senza
prevaricazioni le attività di gastronomia, wine bar, birreria e
ristorante e nel contempo che tutte le categorie di avventori si
sentissero a loro agio.L'architetto d'interni Chiappani ha così
optato per una demolizione di alcune tramezzature interne, ridisegnando
la morfologia del locale. La cucina, completamente a vista da un
affaccio sul bar e sulla saletta/filtro interna, è diventata il
fulcro su cui ruotare l'intera attività.
Il cliente che entra nel
locale ha come primo impatto l'angolo gastronomia in cui lo Chef Thomas
espone quanto preparato in cucina la mattina in base alle materie prime
che reperisce al mercato. Grande attenzione viene riservata anche alle
eccellenze del prodotto italiano con la ricerca di produttori attenti
alla qualità degli alimenti. Si trova quindi a seguire il banco
caffetteria con uno spazio dedicato alla spillatura e una work station
per i cocktail.
Per chi invece di vivere il locale nella parte
adibita a wine bar-birreria, dove il cliente può godere di due facciate
con grandi serramenti, cerca un angolo in cui rifugiarsi può sciegliere
una delle salette all'interno in cui gustare le prelibatezze servite
dallo staf dello Scuderlando.
L'architetto d'interni ha
selezionato un mood di materiali pietra-ferro-legno che abbinati tra
loro creano una malgama che accompagna il cliente nei vari passaggi
cromatici. La pietra rappresentata dal marmo rosso verona, legata quindi
al territorio di appartenenza. Il ferro, lasciato invecchiare ed
arrugginire per poi fissarlo con della vernice all'acqua e opaca. Il
legno con un sapiente recupero di legno vecchio dai casolari della
campagna circostante, trattato con una lavorazione a spazzolatura e
verniciato con cera gloss0. La ceramica con l'abbinamento di una
meravigliosa piastrella legno quasi identica al legno del rivestimento
con un pavimento e rivestimento in Maiolica che si ispira alla
tradizione. L’artigianalità del prodotto decora l’ambiente di luce
arricchendolo di equilibrio e fantasia impreziosendo l’atmosfera di
eleganza e design. Il mattone nella parete di fondo per accentuare
questa ricerca e bisogno estremo del ritorno alle tradizioni contadine.
Interessante
l'utilizzo di una serie di reti elettrosaldate sospese sopra il bancone
del bar che giocano tra loro intersecandosi su altezze sporgenze
diverse, indispensabili dice l'architetto per abbassare lo sguardo
rispetto ai prodotti esposti e a ridisegnare le altezze del locale come
un filtro.
Non da ultimo la parete a sud in cui domina una
scaffalatura a nido d'ape irregolare strutturata da suddivioni verticali
minimali consentite dall'utilizzo per tale scopo da lamiere di ferro su
cui sono stati fissati dei ripiani in legno a forte spessore. A lato
una vetrina in cui capeggia una pupitre verticale della ditta Ferrari di
Trento con una selezioni di vini invidiabile.
La cosa che ha
colpito maggiormente è stata la scelta ardita dell'architetto di pittare
soffitti e pareti e tutta la struttura architettonica con un unico
colore che è un ral marrone grigio 8019. La scelta di questo colore è
stata determinata dalla volontà di annullare i confini dell'architettura
del negozio in modo che gli spazi e dimensioni interne dei locali non
siano più percepibili e che le parti lignee e il rossastro del ferro
arrugginito diventino la componente dominante del progetto.
Infine
non si può tralasciare di fare una capatina al bagno. Delle bellissime
porte riproducenti quelle di una struttura rurale una volta aperte
aprono il sipario come a teatro in cui un'allegria di colori rapisce il
cliente. Tutte le pareti sono state rivestite da un patchwork di
ceramiche in cui la mano di un sapiente posatore guidata dal gusto
dell'architetto hanno creato un opera d'arte. Non manca neppure
un'accenno ludico creato dall'uso di casseruole in alluminio come
lavabi. Il miscelatore a pedale termina con un rubinetto realizzato
artigianalmente con un tubo di rame.