Woodboard House, Atelier Blank Atelier Blank Sala da pranzo minimalista
Woodboard House, Atelier Blank Atelier Blank Sala da pranzo minimalista

Lissone, Italia settentrionale, un palazzo residenziale degli anni sessanta a ridosso della piazza razionalista realizzata da Terragni nel 1940. L’intervento di rinnovamento e rifunzionalizzazione dello spazio interno insiste sulla cura del dettaglio; gesti minimi in grado di trasformare la qualità dell'abitare quotidiano. Un piccolo universo sensoriale che trova compimento principalmente nella regia della luce naturale, atmosfera diafana, e ricerca di uno spazio a-temporale.

La strategia d’intervento corrode l’impianto distributivo tipico di un appartamento di edilizia residenziale degli anni sessanta, il funzionalismo che tutto perimetra cede alla promiscuità degli ambienti interni, una semplificazione dei vani distributivi fondata sull’idea che l’abitare non necessiti di stanze ma di spazi. L’atmosfera conviviale del nuovo appartamento è ottenuta senza alterare il programma funzionale preesistente, semplicemente assecondando il flusso della luce naturale che permea i vari ambienti.

Con l’intenzione di liberare lo spazio distributivo interno da ogni barriera superflua la struttura portante del fabbricato è stata messa a nudo; il mobilio è poi diventato parte integrante del sistema distributivo con un esercizio sintetico che ha permesso di ricostruire il senso di solidità degli ambienti domestici. Le porte a tutta altezza, progettate come estensione delle strutture portanti, sono anch’esse integrate nell’organismo della razionalizzazione spaziale, una volta aperte sono parte della struttura e non creano alcun ostacolo alla luce e alla mobilità interna.

Un’intersezione diagonale connette dialetticamente i tre ambienti principali della casa, mantenendo la separazione funzionale senza necessità di barriere artificiose, la circolazione è fluida e le connessioni prospettiche tra gli spazi assicurano un campo visivo continuo.

La scelta dei materiali è un episodio fondamentale per restituire consistenza allo scenario luminoso. Arredi artigianali, intrisi della storia dei precedenti proprietari, frammenti di decori vittoriani sono in tensione dialettica con il cemento, qui in un’applicazione che ne esalta un’impiego non convenzionale e conferisce austera solidità. La finitura di queste due pietre artificiali riflette ed aumenta i rimbalzi della luce che invade lo spazio diurno pur conservando l’aspetto ruvido, le imperfezioni della crosta che conferiscono un tono estremamente organico all’ambiente.

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