É il progetto di ristrutturazione di un appartamento nel centro di Roma. L’elemento formale si è caratterizzato durante l’esecuzione dei
lavori, dove “L’ poste nello spazio definiscono ambienti e funzioni.
L’abitazione si trova all’ultimo piano
di uno stabile degli anni cinquanta in Piazza di Spagna con un’iniziale
distribuzione interna che risentiva della rigida progettazione di quegli anni.
L'ambiente è stato trasformato in un open-space, mantenendo la praticità dei
singoli ambienti grazie a un sistema di pareti a scomparsa. Le scelte
progettuali sono ruotate attorno alla luce e alla creazione di un ambiente
microclimatico adeguato. Alcune vetrate dotano le pareti di tagli e
disarticolazioni; microserre, vasche d'acqua e tagli apribili permettono un
continuo ricircolo d'aria. Le porte a scomparsa, realizzate su progetto,
riprendono nella forma e nei colori le rientranze e gli aggetti dei muri,
creando una falsa parete che inganna lo sguardo. Le porte misurano oltre 2,5
metri e mettono in comunicazione tra loro l’ingresso, lo studio, la zona pranzo
e il salone. Il corridoio è più stretto rispetto alle misure iniziali e
illuminato dal salone che, rialzato rispetto al piano del corridoio, è dotato
di una serie di fasce finestrate, apribili a vasistas, sia per favorire la
circolazione dell'aria sia per creare un lungo appoggio vetrato in sintonia con
la vetrata della cucina. Nella zona pranzo le finestre strette e alte, tipiche
degli anni cinquanta, sona state ribaltate in una fascia arretrata lunga e
bassa con l'affaccio sull'esterno filtrato da una serra creata nella
rientranza; il pilastro centrale è stato dissimulato da specchiature che
consentono una visuale su un suggestivo scorcio di Piazza di Spagna. Al di
sopra della fascia finestrata sona stati ricavati comodi vani con sportelli, il
tutto riquadrato all’interno della muratura bianca che stacca dalle pareti e
dal soffitto, con un andamento anch'esso a l
; una delle pareti è in
pietra di ardesia rossa, a limestones, dalla quale una cascata d’acqua alimenta
la vasca inserita nella panca in muratura. La stessa parete sembra proseguire
grazie a una specchiatura nascosta nella rientranza. Salendo tre gradini si
passa dalla zona pranzo alla zona living: l’atmosfera è riscaldata dalla
presenza del camino e illuminata da una finestra ampliata e scorrevole,
schermata dal bambù. La differenza di quota ha reso possibile un ampio vano
attrezzato raggiungibile dal corridoio, ogni elemento compone quello che è
stato denominato muro azteco
: sportelli nascosti diventano a loro
volta uno zoccolo con giardino zen nella zona superiore; i tagli vetrati e le
specchiature alleggeriscono la consistenza del muro e illuminano lo stretto
corridoio; la muratura prosegue fino a girare nella zona pranzo dove lo zoccolo,
rialzandosi, diventa piano d'appoggio con ulteriori aperture e un'altra serie
di sportelli nascosti. Lo studio è definito da un guscio in muratura che
accoglie l'armadio per gli ospiti; la luce fluisce dagli stacchi vetrati e da
una porta scorrevole la cui presenza, da aperta, non è percepibile. Le
librerie, tutte su disegno, minimizzano l'impatto della mole di libri presente
grazie a sfalsamenti, aggetti e rientranze. Il pavimento in merbau prosegue in
tutta la casa. Il bagno è di 13 mq, sviluppi su una pianta a “L’, dove la
parte rialzata è in lastre di granito ceramico color sabbia, con i servizi,
mentre la cabina doccia è il filtro con la seconda parte, molto ampia, dove la
resina avvolge il lavandino in vetro e la vasca in mosaico, dotata di idromassaggio
illuminazione. La vasca è dominata da un cubo in ghiaia all'apparenza
sollevato, con una vetrata che la collega alla doccia e da cui prende luce. Due
specchiature raddoppiano finestre e profondità, dando l’idea di trovarsi in un
suggestivo hammam.