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All’inizio c’è solo un grande e triste terrazzo anonimo affacciato – dalla sommità di un palazzo di un quartiere semicentrale – su una strada trafficata ed assediato, da ogni lato, da una desolata selva di antenne multiformi che lo tengono minacciosamente sotto tiro. Da quest’osservatorio – rivolgendosi verso sud ovest – non si riesce più a cogliere l’odore della salsedine di un mare distante solo pochi isolati, né – verso occidente – a percepire se non a fatica, il profilo delicato dei monti Lattari che annunciano l’inizio della Divina Costiera di Amalfi. Parimenti – orientando l’occhio verso nord est – le verdeggianti sommità del famoso Masso della Signora e le rigogliose colline di Giovi appaiono accerchiate dalle vistose e sfacciate costruzioni della Nuova Salerno.Ne consegue che il progetto di giardino pensile deve mirare al recupero del valore assoluto della bellezza – attraverso l’integrazione di quel nido ecologico nel cuore della città con quel poco di paesaggio naturale circostante – per creare l’illusione di una bucolica visione di armonia e pace (come il medievale hortus conclusus).Il terrazzo di forma rettangolare (110 mq) è stato diviso in tre aree funzionali: la veranda, il ‘deck’ e il giardino. La veranda realizzata con grandi superfici vetrate scorrevoli, assolve al compito di ‘giardino d’inverno’ e di filtro con l’abitazione sottostante al quale è collegato con una scala interna, il deck è il ‘ponte’ tra questa area e il giardino. Li si trova il banco in pietra con il barbecue, il tavolo per il pranzo all’aperto e la doccia esterna. Il giardino è delimitato, su un lato, da una grande panca in teak mentre gli altri lati sono delimitati dalla vegetazione con diversi tipi di siepi, cespugli e rampicanti e piante aromatiche (v. lista piante), sistemate ‘a macchia mediterranea’, nonché un limone ed un ulivo. Al centro del giardino è stato ricavato un solarium su un acciottolato di marmo bianco di carrara. Una particolare attenzione è stata poi posta nell’illuminazione artificiale, visto che il giardino deve vivere anche di sera, con illuminazione d’accento sui punti più suggestivi creando così la scenografia ideale di un piccolo Eden moderno che susciterà stupefatto incanto ed ammirazione strabiliata nei fortunati ospiti di famiglia.Al riguardo, il richiamo culturale va a tanta pittura quattrocentesca e rinascimentale ed in particolare – agli albori della civiltà europea – a quello straordinario poema duecentesco del Roman de la Rose tradotto in molte lingue (anche da Dante) che ha educato tanti popoli al culto dell’amore e della bellezza. Nella fattispecie: “E allora entrai nel giardino per la porta che Oziosa mi aveva aperto e quando vi fui dentro mi sentii lieto, beato e gioioso e sappiate che ebbi come l’impressione di trovarmi nel paradiso terrestre. Il luogo era delizioso al punto di apparire soprannaturale perché in nessun paradiso si godeva di un benessere come quello presente nel giardino… ” *

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