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Caffè Finisterrae, G. Giusto - A. Maggini - D. Pagnano G. Giusto - A. Maggini - D. Pagnano Spazi commerciali Negozi & Locali commerciali
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L’ampliamento del Finisterrae ha costituito l’occasione per aggiungere una tappa significativa al viaggio immaginario già offerto dall'attuale ristorante: Malaga, Tangeri, Marsiglia, Salonicco, Napoli donando alla città di Firenze un elegante tributo all’italianità ed all’arte. Se la Basilica di Santa Croce raccoglie in sé la magnificenza dei grandi artisti italiani, dalla parte opposta della medesima piazza il nuovo intervento le si accosta in maniera discreta, riconoscendone una volta di più la chiara maestosità

L’idea realizzata aggiunge un nuovo e importante approdo, finora mancante, che contempla la città di appartenenza declinando un elementare presupposto: il luogo d’arrivo o di partenza del viaggio diventa piazza Santa Croce con la sua basilica “Pantheon delle glorie italiane”. 

Ad essa si rende omaggio innescando presuntuosamente, un inevitabile ma umile confronto.

Dalla storia, e in particolare dal primo trattato di storia dell’arte come tale riconosciuto “Le Vite de’ più eccellenti Architetti Pittori et Scultori Italiani da Cimabue insino a’ tempi  nostri, descritte da Giorgio Vasari Pittore Aretino, con una sua utile e necessaria introduzione a le arti loro” di Giorgio Vasari del 1550, trova ispirazione e conseguente concretazzazione una sintesi, circa 100 artefici, di quegli “spiriti magni” che hanno scritto gran parte della storia dell’arte e che oggi dà un sostanziale contributo a quella ingegnosità italiana, valore aggiunto della nostra cultura.

Il progetto è volutamente ispirato alla basilica di Santa Croce, dalle sedute formalmente mutuate dai cori della sagrestia fino alle luci, dove le candele ritrovano tutto il loro fascino abbinate ad una sapiente moderna applicazione della tradizionale foglia oro.

Dal contorno solenne in cui è inserito, scaturisce l’armonioso contrappunto, offerto all’interno dall’utilizzo sapiente dei materiali, la pietra forte fiorentina, il giallo avorio e il noce scuro, e degli arredi, le lampade pendenti longilinee dai soffitti e le sedute dorate. Il gioco tra orizzontalità e verticalità è accentuato dal rivestimento delle pareti, giuntate con lame in metallo ed impreziosite dai nomi degli uomini d’arte e cultura. Se il rivestimento in lastre della parete interna richiama gli antichi mausolei, per il ricordo alle targhe memoriali nella disposizione orizzontale, di essi supera la staticità solenne trasformandosi in architettura dinamica, grazie alla sovrapposizione dei conci lapidei. Ciò dona gradevole respiro all’ambiente.

Si è guardato alla storia come momento ispiratore, si guarda alla modermità nel dar forma alle idee, evitando di cadere nello scontato luogo comune della falsa riproposizione.

Tradizione e modernità come coniugazione di un percorso di ricerca e innovazione.

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