Via Savona 96 è un intero quadrilatero, un indirizzo legato a una particolare situazione milanese.
Una ex fabbrica belga di strumenti di precisione, la Schlumberger Industries (25.000 mq)che a
partire dal 1996 viene trasformato in un centro creativo che riunisce laboratori di design, moda,
pubblicità, arte e architettura. Al margine di quella zona Tortona ormai celebre per gli eventi legati
al Salone del Mobile e al nuovo quartiere prediletto da molte aziende di moda. Un vero e proprio
quartiere di lofts, laboratori, gallerie e case di lusso, ricavati da antichi spazi industriali, come a
New York o a Berlino, ognuno simile ma diverso dagli altri, con biciclette per bambini o moto
all’ultima moda parcheggiate nei vialetti.
Nello stabile che faceva da ingresso alla fabbrica, una porzione di quella che per un decennio è
stata la sede della Domus Academy, scuola post universitaria di design, è stata oggetto di un
nuovo intervento di recupero.
Un unico spazio di 500 mq divenuto quattro case-studio per quattro diversi clienti.
Quattro amici, quattro giovani professionisti, tutti occupati nel campo dell’immagine, dalla fotografia
ai video alla grafica.
Quattro amici con esigenze apparentemente identiche ma con visioni assolutamente autonome del
concetto casa-studio.
Il ruolo dell’architetto è stato di cogliere queste diverse anime, visioni e approcci all’abitare e al
lavoro e tradurle in spazio.
Lo spazio inizialmente uniforme, una sorta di scatola con tetto a falde, è stato quindi affettato,
piegato, modellato, stiracchiato per dar vita a quattro progetti nei quali l’idea originaria è
pienamente comprensibile e sopravvive alle normali logiche del funzionalismo dell’abitare, che
spesso corrompe le idee o le rende mere applicazioni di cataloghi di materiali a spazi monotoni e
uniformi.
Intervento è affascinante proprio per la sua genesi e per il percorso di “partecipazione” tra i clienti e
l’architetto, ma anche tra i diversi clienti tra loro.