“LA TERRA DEI BAMBINI”, ARCò Architettura & Cooperazione ARCò Architettura & Cooperazione Spazi commerciali Scuole
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LA COMUNITA’ BEDUINA DI UM AL NASSER

Il progetto coinvolge la comunità beduina di Um Al Nasser, stanziata a nord della Striscia di Gaza. Si tratta di popolazioni espulse dall’area di Bersheba nel 1948, con un passato semi-nomadico e caratteri culturali comuni con i beduini stanziati in Cisgiordania.

Um Al Nasser si trova nei pressi del valico di Erez, a nord est della città di Beit Lahia e ad est del territorio della cittadina di Beit Hanoun, in un’area particolarmente coinvolta nelle fasi recenti del conflitto.

Uno degli obiettivi del progetto mira a recuperare e promuovere l’identità legata alla “Civiltà della tenda”. Una società di tradizione antichissima nella quale la donna possedeva un ruolo centrale, in qualità di detentrice dei saperi indispensabili per la sopravvivenza.

IL PROGETTO ARCHITETTONICO

L’edificio è concepito in termini di sostenibilità ambientale proponendo soluzioni tecniche innovative che reinterpretano la cultura e l’identità locale. La progettazione architettonica è curata da un team di esperti nel settore: Il gruppo ARCò – Architettura e Cooperazione, che si occupa di sostenibilità e partecipazione in architettura, e lo studio MCA – Mario Cucinella Architects, studio di chiara fama internazionale che da tempo sviluppa ricerche sull’architettura sostenibile.

Il progetto punta alla valorizzazione dell’identità locale reinterpretando il modello della tenda beduina: una struttura temporanea caratterizzata da elementi di sostegno verticale che sorreggono un telo decorato, solitamente in lana di pecora. La sua struttura è divisa al suo interno in due ambienti: uno pubblico dove avvengono le attività comuni e si ricevono gli ospiti e uno destinato alle attività private della famiglia.

La struttura polifunzionale di Um Al Nasser reinterpreta questi caratteri tradizionali riproponendoli sotto forma di elementi architettonici contemporanei. La tenda viene sostituita da un’ampia copertura che, ripiegando su se stessa, richiama le diverse inclinazioni dei teli. Le linee orizzontali dei tipici tessuti beduini vengono riletti attraverso brise soleil in legno che permettono un controllo dell’irraggiamento solare.

L’asilo “cresce dal deserto”: le pareti isolanti che circondano le aule e il cortile centrale sono realizzati con sacchi riempiti di terra. Si tratta della tecnica degli earth-bag, proposta per la prima volta da Nader Kalili negli anni ’80. I muri sono in grado di preservare la realtà gioco-educativa dell’asilo, costruendo una vera e propria oasi protetta dalle difficoltà esterne.

Il Centro per l’infanzia è un edificio ad un piano, parzialmente interrato, per una superficie totale di 400 m2, dotato di 6 aule, libreria, direzione, aula docenti, area accoglienza, laboratorio attività psicomotorie, spazio polifunzionale, sportello famiglie, infermeria e servizi igienici. Le aule hanno una superficie di 25 m2, e possono ospitare circa 25 allievi ciascuna.

“La Terra dei Bambini” offre spazi e servizi per le famiglie, uno sportello di consulenza, e attività di educazione alla salute e alla pace.

L’IMPATTO AMBIENTALE

Dal punto di vista dell’eco-compatibilità dell’intervento, sono diversi gli accorgimenti che fanno di questo edificio un’architettura modello per il settore edile palestinese. Sono state privilegiate soluzioni low-tech e a basso costo, semplici da comunicare e implementare, atte ad essere replicate in altri contesti da parte della comunità locale.

Ai progettisti si sono affiancate figure specifiche che hanno curato gli aspetti strutturali, energetici e del recupero delle acque. L’uso della terra e del legno permette di ridurre al minimo l’utilizzo di materiali inquinanti e ad alto impatto ambientale. Si tratta di un edificio ipogeo, ove gli ambienti sono parzialmente interrati. Tutte le aule godono dell’inerzia termica del terreno e dei muri, che garantisce temperature interne più basse in estate, e più miti in inverno. Un sistema di ventilazione naturale permette di godere di una temperatura percepita inferiore per un confort igro-termico ottimale. Il sistema a doppia copertura garantisce l’attivazione di moti convettivi e il riciclo dell’aria calda con quella più fresca proveniente dal basso. Si è previsto un sistema di raccolta dell’acqua piovana che avviene attraverso l’ampia copertura e che viene stoccata in una vasca interrata. Dal punto di vista energetico, è stata prevista l’installazione di un impianto a pannelli fotovoltaici realizzato sfruttando le inclinazioni del tetto, così da garantire l’elettricità necessaria.

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