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EX MOF. Ripristino della Palazzina in nuova sede dell'Urban Center e dell'Ordine degli Architetti di Ferrara, QBatelier + FèRiMa QBatelier + FèRiMa Case moderne Nuvola,Pianta,Cielo,Albero,Edificio,Architettura,Orologio,Città,Zona residenziale,Facciata
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EX MOF. Ripristino della Palazzina in nuova sede dell'Urban Center e dell'Ordine degli Architetti di Ferrara, QBatelier + FèRiMa QBatelier + FèRiMa Case moderne Nuvola,Pianta,Cielo,Albero,Edificio,Architettura,Orologio,Città,Zona residenziale,Facciata

TRA L’OGGI E IL DOMANI Il progetto di recupero e riqualificazione dell’edifico dell’Ex MOF non può essere svincolato dal contesto fisico, storico, culturale, paesaggistico all’interno del quale esso si trova. Il progetto risponde a questo ampio e complesso quadro, ritrovando nella cartografia del passato la giusta relazione tra queste diverse componenti e ne reinterpreta l’equilibrio in chiave contemporanea. Lo spazio aperto torna ad essere un luogo vivo, l’edifico, caricato di un programmaprogramma misto ed urbano, assume nuovamente quel ruolo di polarità e di attrattore urbano che aveva assunto nel passato. L’inserimento di vasche temporanee, che accolgono alberature a basso fusto, fiori, orti urbani e ricalcano parzialmente le impronte a terra degli edifici previsti dalla STU, ridefiniscono il limite dello spazio pubblico. ACCESSIBILITA’ Il progetto di ridefinizione dello spazio esterno di pertinenza della Palazzina risolve l’accessibilità a quest’ultima mediante due operazioni: l’apertura di due varchi nel muro di cinta esistente (non vincolato), che garantiscono un collegamento diretto tra Corso Isonzo e la nuova area alle spalle della Palazzina, e tramite l’introduzione di due rampe gradonate esterne. Le rampe, che esaltano l’angolo sud, vengono racchiuse da ampie gradonate, concepite come dispositivi per incentivare la sosta e creare le premesse necessarie per spazi di socialità. Le due aperture nel muro di cinta si pongono come inviti, come soglia d’ingresso alla nuova polarità, sovvertendo con delicatezza il rapporto duro di chiusura che ha da sempre caratterizzato il confine tra corso Isonzo e la Palazzina. AMBIENTI INTERNI Per raggiungere gli obiettivi previsti dal DPP, senza alterare gli spazi esistenti, il progetto propone una riorganizzazione degli ambienti interni, capace di valorizzare l’intero sistema e le sue intrinseche qualità. Il nuovo programma prevede al piano rialzato tutte quelle attività ordinarie dell’Urban Center (laboratori partecipati, workshop, esposizioni temporanee, cineforum) capaci di interagire e convivere, se ben organizzate, con le attività di formazione e divulgazione dell’Ordine degli Architetti (corsi aggiornamento, seminari, incontriincontri). Negli ambienti limitrofi alla sala centrale si dispongono gli uffici dell’Urban Center, una sala per le associazioni, servizi igienici (adeguati alle normative vigenti), un caffè letterario e due sale dedicate al co-working. All’interno degli uffici dell’Urban Center viene collocato un ascensore per rendere accessibili tutti i piani, seminterrato compreso. Al piano primo si distribuiscono le attività proprie dell’Ordine degli Architetti: la segreteria-accoglienza, l’ufficio di supporto alla segreteria, la sala riunioni del Consiglio, che all’occorrenza può trasformarsi in spazio di lavoro, un ulteriore spazio di lavoro a disposizione degli iscritti all’Ordine, ed infine la biblioteca-sala lettura. I servizi igienici vengono confermati rispetto all’impianto originario ed adeguati rispetto alle normative vigenti. Le due terrazze al piano primo diventano parte integrante del progetto di recupero e relazionandosi strettamente alle attività interne: le due terrazze vengono concepite come luogo di incontro, scambio e relax. La torretta infine viene pensata come spazio per piccole esposizioni temporanee e mostre “in verticale”. ARREDO DINAMICO Per raggiungere l’obiettivo di massima flessibilità il progetto inserisce degli elementi di arredo fisso, capaci di servire gli ambienti permettendopermettendo un’elevata flessibilità. Tali oggetti, denominati arredi dinamici, divengono supporto per ciascun ambiente servito, permettendo la fruizione dello spazio e una facile flessibilità. La loro forma, essenziale e discreta, si compone assecondando le esigenze dello spazio servito. Nella grande sala caratterizzata dagli affreschi del Cattabriga un discreto volume scuro accoglie al suo interno tutti i supporti per configurare lo spazio secondo le necessità. Nello stesso modo anche la caffetteria è servita da un oggetto che, affiancandosi alla parete sud della stanza, ingloba nel bancone da bar una scaffalatura dove poter esporre libri ed oggetti. Al piano primo, la nuova parete divisoria che divide gli uffici dal corridoio, lascia filtrare la luce illuminando il passaggio. Tale risultato è stato ottenuto integrando alla libreria che serve gli ambienti dell’ordine ad una superficie di policarbonato, capace di isolare acusticamente gli ambienti avere trasparenza. Con pochi interventi sulla preesistenza, ottimizzando il sistema di fruizione ed inserendo arredi fissi dalla spiccata vocazione dinamica, il progetto permette di ottenere ambienti estremamente flessibili capaci di valorizzare gla spazialità dell’edifico senza modificarne l’essenza.

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