Questa progetto è figlio di un bisogno di flessibilità, molto diffuso nella società contemporanea. E’ una seconda casa, un piccolo attico, ubicato al limite esterno del centro storico di Norcia, pensato come spazio mutevole, plasmabile per le differenti necessità dei suoi fruitori. Pertanto è stata configurata in modo fluido, abbattendo i confini degli ambienti o frammentandoli, creando una serie di rimandi e convergenze tra i punti più distanti. Uno spazio liquefatto, adattabile alle più diverse esigenze, multitasking. Di dimensioni contenute, l’insieme è divenuto più ampio nella percezione dimensionale e più dinamico nella sua fruizione, grazie ad un progetto accurato e ad una serie di strategie messe in atto, focalizzate sulle potenzialità insite nella copertura a falde inclinate e nella doppia altezza centrale. Un dinamismo giocato su una serie di rimandi visivi, punti focali di lecorbusierana memoria o, meglio, “object a reaction poetique”. Un susseguirsi di emergenze in uno spazio calmo: la scala, la superficie curva del soppalco, la cappa centrale, il camino,… elementi pensati insieme alla committenza, una risposta ai loro desiderata. La mia sfida si è incentrata sulla possibilità di far convivere tra loro questi elementi, plasmandoli in forme semplici, essenziali, eppure cariche di una forte valenza plastica, funzionale al loro ruolo di emergenze. Uno studiato contrappunto di regola ed eccezione, di opposti compensati come: leggero/monolitico, dinamico/statico, chiaro/scuro, frivolo/rigoroso, luminoso/buio. Un contrappunto non solo giocato sulle forme ma anche sui materiali messi in campo e sulle fonti di illuminazione utilizzate, sia naturali che artificiali. I muri divisori divengono frammento e la pavimentazione muta fluidamente, articolata in direttrici costituite da sottili bacchette di alluminio che si fanno segno, che raccontano un pensiero, suggeriscono il lavoro del progetto. Si è scelto di rendere gli ambienti neutri e luminosi, attraverso l’uso del bianco e di enfatizzare i volumi e i materiali attraverso la luce, calibrata per conferire complessità chiaroscurale agli elementi focali. Pochi i tocchi di colore, presenti nei rivestimenti, negli arredi minimali e nei complementi. Resine, vetri, smalti, metalli, legni, policarbonati sono i protagonisti della scena, portando in campo i valori estetici e tattili della materia. Così, le ante grigio piombo, della cucina si tonalizzano col “canna di Fucile” dell’ampia cappa artigianale gravante sul tavolo/barbecue; la retroilluminazione dell’alzata in vetro riflette la resina brillante del piano cottura, che, a sua volta, rimanda al piano del tavolo ovale (caratterizzato da una zona centrale con funzione di barbecue); il camino nella zona living è incastonato in una superficie obliqua, trattata come una tela pittorica, grazie ad una superficie di resina spolverata con pigmenti colorati nelle nuance del grigio; i caloriferi di “Brem Art”, collocati come fossero opere d’arte, in punti focali, a volte, incastonati nelle nicchie, sono enfatizzati da una puntuale illuminazione che ne accentua la marcata matericità. La scala situata nella zona di accesso all’appartamento introduce nell’ambiente la dimensione verticale della doppia altezza, facendosi, essa stessa, etereo elemento di appoggio del soppalco che, grazie all’artificio della controsoffittatura curva all’intradosso del solaio, appare come un elemento scultoreo, un oggetto, un contenuto dello spazio, piuttosto che elemento di strutturazione dello stesso. Sui gradini e sul piano di calpestio del soppalco è stata utilizzata una resina trasparente per accentuare quella sensazione di spazio liquido e mutevole, propria della casa. Una finitura luminosa che, senza soluzione di continuità, risale lungo la seduta laterale, configurata come elemento di confine dello spazio e balaustra di affaccio verso lo spazio sottostante. Un soppalco che è, in fondo, una piccola arca, un rifugio destinato ad accogliere un ospite, luogo per una conversazione più intima o per un momento di pausa e di relax. Un lavoro, pensato e curato in ogni dettaglio, realizzato quasi interamente su disegno, possibile grazie alla presenza di valide maestranze, in grado di guardare al futuro tramite l’utilizzo delle più moderne tecnologie ma anche di lavorare come si faceva un tempo, portatori di un bagaglio di esperienza, di sartorialità e di professionalità che ci contraddistingue nel mondo col marchio di “ made in Italy”.