Progetto, KIASMO KIASMO Sala da pranzo moderna Stoviglie & Bicchieri
Progetto, KIASMO KIASMO Sala da pranzo moderna Stoviglie & Bicchieri

Serie

Prose

Street

Il labirintico e inestricabile segno che caratterizza “Street” esalta il valore della linea come elemento fondamentale della ricerca stilistica condotta dall’artista Vincenzo D’Alba. Nella serie prose il binomio tra il nero e l’oro rende ancora più prezioso il rapporto con l’oggetto. La memoria bizantina, l’astrattismo geometrico, diventano riferimenti formali necessari per comprendere il gusto ricercato delle collezioni Kiasmo.

Velvet

L’astrattismo di “Velvet” appartiene alla tradizione della cultura astratta e informale. Vengono in mente alcune opere di Alberto Burri in cui le campiture, seppure ottenute con materiali differenti, aspirano a ricreare una assolutezza di colori che, nel caso del piatto, diventano il luogo privilegiato per le più spirituali creazioni culinarie.

Poem

Il disegno di “Poem”, costituito da una sofisticata composizione di segni disposti in maniera circolare, è pensato per accogliere al suo interno le sperimentazioni gastronomiche. La semplicità stilistica di alcune pietanze entra quindi in contrasto con una cornice di riferimenti artistici in grado di valorizzare la creatività e la fantasia dello chef.

Finally

Finally è un piatto in ceramica tratto dalla collezione prose prodotto nel 2015 da Kiasmo.

L'arte racconta il bacio e lo fa con la ceramica. Una tradizione lunghissima contraddistingue il bacio nell'arte e quest'opera sembra incarnare lo spirito nobile del gesto reso ancora più raffinato dal colore oro che rende il disegno surreale e prezioso.

Il bacio è una icona dell'arte assoluta che la Kiasmo continua a rendere immortale!

Memorial

Il piatto “Memorial” appartenente alla serie “Prose” prodotto nel 2014 è caratterizzato da una straordinaria ricerca formale e geometrica. La sua ricchezza decorativa sembra avvicinarlo ad alcune opere di Joan Miró dove l’unione del colore e del segno produce quel contrasto straordinario in grado di rendere leggera e piacevole la contemplazione del quadro o, come in questo caso, della superficie pittorica ricavata sulla ceramica.

Personae

“Personae” è un piatto che, con il suo disegno, appartiene alla tradizione delle maschere soprattutto riferite ad epoche arcaiche. La durezza dell’espressione e l’eleganza dei segni circoscrivono questa maschera in ceramica come un elemento d’arredo carico di emozioni segrete e intimistiche. In questo sguardo fisso e acceso dall’oro degli occhi, si può rivedere quel bagliore di primitiva vitalità e intensità stilistica che caratterizza alcune opere delle avanguardie del novecento.

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Serie
Overlook

Farewell

“Farewell” è un piatto in ceramica, della serie Overlook, prodotto dalla Kiasmo nel 2014. La sintesi tra segno ed illusione caratterizza, da sempre, la produzione artistica e figurativa del design kiasmo. Il realismo dei disegni non è mai descrittivo, esalta infatti il valore formale e visuale del contenuto. Riferimenti specifici alla pittura medievale fanno di questa serie una opera illustrativa contaminata da un linguaggio apparentemente lontano. L’illusione del frammento appare come l’uso di una poetica che mette insieme la quotidianità del piatto con l’esclusività di un opera.

World

Impossibile non riconoscere di fronte al piatto “World” la tradizione dell’horro vacui, le opere di hieronymus bosch, l’inventiva degli accostamenti, il concentrato di segni, come elementi visionari di in grado di descrivere la realtà nella sua forma più simbolica e originale. Il modo in cui l’artista Vincenzo D’Alba guarda l’arte del passato e ne fa nutrimento per il presente è la dimostrazione che la preoccupazione principale della Kiasmo rimane quella di creare una raccolta di opere contraddistinta da un alto ed inedito valore culturale.

Last

Surreale appare da subito il piatto “Last” della serie Overlook. Un surrealismo strettamente legato all’opera di pittori come Magritte o Dalì, un modo di intendere il piatto come dialogo con lo chef, la cucina e gli elementi della gastronomia. La volontà, quindi, non solo di costruire una opera indipendente, ma di creare una totalità di forme attraverso l’impiego di una ceramica d’uso sulla quale le creazioni dei cuochi possano dialogare e confrontarsi con i segni grafici dell’artista. Un incrocio perfetto tra le arti è quello che il nome Kiasmo vuole sottolineare.

Dreamer

Il piatto “Dreamer”, prodotto in ceramica, contiene l’immagine di un volto. Pochi segni, tratti essenziali sono sufficienti a descrivere una atmosfere unica. Una maschera come riflesso narcisistico, uno sogno come contemplazione, produce una espressione universale dove ognuno può riconoscersi. Nonostante tutto sia realistico tutto appare, allo stesso tempo, fantastico. Il mondo materiale e quello spirituale si sommano per dare vita ad una immagine profonda , mistica e, per certi versi, romantica.

Future

Con “Future” il piatto diventa una finestra per guardare oltre, il piano del piatto sprofonda in una visione che però viene ostacolata da una muratura in bugnato. I mattoni, con le loro ombre diventano materici, descrivono la trama del muro sulla quale un mattone, cadendo dall’alto, produce una imprevedibile carica visionaria e sembra annunciare una prossima caduta, o come si evince dal titolo, una futuro come fatale epilogo. Questi segni ricordano la poetica del grottesco o alcuni dettagli d’ affreschi di Giulio Romano.

Past

“Past” è la più classica delle rappresentazioni. Un occhio, assimilabile a quello della iconografia egizia diviene il soggetto del piatto. Un disegno dove linea e contorno divengono forme assolute. La metafora dell’occhio è vasta di interpretazione, ma in questo caso sembra dichiarare la profonda assolutezza estetica. L’occhio è una immagine che sembra cercare un dialogo, che diventa soggetto principale all’interno dello spazio. Immaginare un luogo con queste figure arcaiche, a volte stilizzate, a volte estetizzate, significa restare nel solco di una tradizione artista che l’autore, con la sua ricercata qualità grafica, ci spinge a proseguire per comprendere al meglio anche l’utilità di ciò che è apparentemente superfluo.

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