Case Coppola, Ad'A Ad'A Soggiorno in stile mediterraneo
Case Coppola, Ad'A Ad'A Soggiorno in stile mediterraneo

Il borgo medievale di Erice con i suoi vicoli

e cortili lastricati da secolari basole lapidee, è stato eletto meta di vacanze estive e di feste comandate, da due fratelli che lì, hanno acquistato il rudere di un antico edificio. L’edificio si trova all’interno di un tipico cortile ericino, rigoglioso di verde e contraddistinto dalla presenza di un grande albero di alloro. La singolare complicità e l’armonia tra i due fratelli e tra le rispettive famiglie, che hanno sempre vissuto una simbiotica quotidianità, è stata la condizione fondamentale per il concepimento di questo progetto. L’esiguità degli spazi a disposizione e il bisogno di suddividere l’edificio in due unità indipendenti (ma non troppo) sono stati i punti di partenza per una progetto di restauro e di consolidamento dell’involucro, nel rispetto del linguaggio tipico delle abitazioni ericine. Internamente, si è invece dovuto pensare ad una rimodulazione dei livelli dei solai e allo stravolgimento dei collegamenti verticali, in modo da rendere funzionali le due unità. Quando l’oggetto dell’intervento è assai antico, non è raro scoprire qualcosa di nascosto durante l’esecuzione dei lavori di restauro o di ristrutturazione, come in questo caso. Una botola in pietra nel pavimento della cucina, che secondo i proprietari nascondeva un vecchio pozzo, celava in realtà un’antica cisterna idrica in muratura, abbastanza ampia e profonda e coperta da una volta a botte. Capii, che oltre alle cure necessarie per il consolidamento della struttura e alla funzionalità per la fruizione dei suoi abitanti, questa casa aveva bisogno di far brillare la sua vera identità. Come una pianta affondava le radici nel terreno attingendo dall’acqua quella linfa vitale che le consentiva di protendersi verso il cielo e finalmente, aprirsi alla luce del sole. Questa era la vera natura che la casa avrebbe mostrato una volta terminati i lavori. I diversi livelli, gli sfalsamenti dei piani e le protuberanze volumetriche che spesso si compenetrano reciprocamente all’interno delle due unità, sono lo specchio dell’armonioso rapporto tra i due nuclei familiari che vivono all’interno di un’organismo in movimento ascensionale. Come la maggior parte delle antiche dimore ericine, anche questa è stata costruita con imponenti muri in pietra locale, forati da piccole aperture non sufficientemente utili a fare entrare la luce del sole e coperta da falde spioventi rivestite da coppi siciliani. Il bisogno di far penetrare la luce naturale finanche negli ambienti più interni e nascosti delle due abitazioni, è stato reso possibile grazie all’inserimento di sistemi di captazione di luce naturale posti sul tetto. Un ampio lucernaio apribile a vasistas, illumina in modo diretto la camera da letto della mansarda e in modo radente e diffuso il soggiorno al piano di sotto. Una cupola trasparente, apribile elettricamente, è stata posizionata sulla copertura piana per illuminare in modo differenziato sia il bagno che la stanza adiacente ad esso, posti all’ultimo piano dell’edificio. Un captatore a forma di cupola in vetro, anch’esso posizionato sul tetto, convoglia la luce diurna all’interno di un “tunnel solare”, che attraversando verticalmente la muratura per circa sette metri, diffonde illuminazione naturale negli ambienti più interni della casa. L’impianto morfologico dell’edificio ne ha consentito la suddivisione in due mini appartamenti di 40 mq con accessi differenziati dall’esterno. L’ingresso alla prima unità posta al piano terra, introduce nella la zona living di un open space, dal quale, grazie ad un pavimento parzialmente in vetro stratificato, si può ammirare l‘estradosso della volta a botte della cisterna e l’acqua contenuta al suo interno. La pavimentazione di questo spazio è stata realizzata con materiali parzialmente riutilizzati come le basole in pietra, una superficie più esigua è stata invece ricoperta da assi in legno levigato che rivestono parzialmente una parete reinterpretando il concetto di boisserie. Una parte di questo spazio si sviluppa in maniera verticale e ospita la zona notte su due piattaforme rivestite in legno, galleggianti nel vuoto, collegate al piano terra da una scala in ferro contenente al suo interno il bagno dell’abitazione. Al secondo miniappartamento si accede da un’antica scala esterna in pietra, che introduce a un piccolo ingresso collocato tra la cucina e il soggiorno, coperto in parte da una doppia altezza e illuminato parzialmente da un ampio lucernaio posto sul tetto. Da qui una scala in ferro conduce al piano superiore dove si trovano le due camere da letto e il bagno. Questo è concepito come una scatola appoggiata dentro una delle due camere, caratterizzata da un volume aggettante sulla scala dentro il quale vi è un lavabo trasparente. Il complesso intreccio di partizioni orizzontali e verticali è stato totalmente realizzato con strutture in ferro e legno oltre che con materiali assemblati a secco come vetro e cartongesso. Ciò ha consentito di alleggerire notevolmente il peso caricato sulla struttura muraria, ma la realizzazione ha necessitato di uno studio accurato e minuzioso di dettagli e particolari costruttivi poi realizzati grazie al lavoro di bravi artigiani locali.

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