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LA PISCINA DEL CASTELLO DI MONTERADO RECUPERO DEL COMPLESSO MONUMENTALE DEL CASTELLO DI MONTERADO A DIMORA STORICA cpiua ceccarelli associati Piscina in stile mediterraneo Piscine
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LA PISCINA DEL CASTELLO DI MONTERADO RECUPERO DEL COMPLESSO MONUMENTALE DEL CASTELLO DI MONTERADO A DIMORA STORICA cpiua ceccarelli associati Piscina in stile mediterraneo Piscine

Sul perimetro di un preesistente borgo fortificato posto su un basamento poligonale tufaceo tra il 1743 ed il 1748, sotto la direzione dell’architetto Giovanni Francesco Buonamici (1692/1759), la Compagnia di Gesù eresse il castello di Monterado e vi stanziò una delegazione del Collegio Germanico. Circa trenta anni dopo il completamento della costruzione, il dominio dei Gesuiti venne sospeso, l’amministrazione del complesso edilizio e dei terreni ad esso collegati venne affidata al marchese Grassi di Senigallia, il piano terreno venne utilizzato dalla Pontificia Fabbrica di Monterado per la lavorazione dei tessuti. In periodo napoleonico il castello venne prima amministrato dal Vicerè d’Italia Eugenio Beauharnais e poi dal Principe Massimiliano conte di Leuchtemberg che lo ristrutturò donandogli la forma a noi pervenuta. L’attuale edificio può essere sommariamente descritto nel modo seguente; nella parte basamentale, caratterizzata da una muratura a sacco di forte spessore e sagomata a scarpa nella parte esterna, sono collocate le cantine ed i magazzini direttamente accessibili dalla piazza principale dove sorgono il palazzetto comunale e la chiesa. I tre piani superiori, destinati a residenza e servizi, presentano una facciata sobria in muratura a vista che configura un complesso edilizio poligonale monolitico, chiuso alla sommità dal cornicione aggettante che delimita la copertura a falde. L’ingresso principale, sottolineato da un portale in pietra recante lo stemma pontificio di Gregorio XIII (1572/1585) protettore dei Gesuiti, avviene attraverso un ponte a due arcate posto nella parte terminale della strada di accesso che attraversa il bosco e collega il giardino all’italiana alla corte interna. La corte è racchiusa su tre lati dalle pareti intonacate dell’edificio scandite da tre ordini di bucature, sul quarto, verso il mare Adriatico, si colloca l’ “aranciera “ sormontata dal parapetto in pietra della terrazza panoramica che collega le due ali del piano nobile. Da questo luogo protetto che è il cuore del complesso monumentale dove affacciano la cappella di culto, la residenza del proprietario, la storica cucina ed altri spazi comuni, hanno origine tre scale che collegano tutti i piani: la grande scala nobile, una scala a chiocciola ed una piccola scala ad archi rampanti. Il piano nobile ospita quattro suites, la biblioteca, la sala della musica e la sala da pranzo: tutti ambienti questi di grande valore, con soffitti affrescati e pavimenti in “battuto alla veneziana”pregevolissimi. All’ultimo piano, dove viene confermato l’impianto monastico originario, è presente un grande corridoio che si sviluppa lungo la corte e sul quale si aprono le camere da letto che si affacciano sul paesaggio. In questo ultimo decennio, il castello di Monterado è stato oggetto di una serie di interventi finalizzati ad accogliere una struttura ricettiva-alberghiera di alta qualità, confermando in questo modo , nei termini aggiornati della “residenza d’epoca”, la storica destinazione d’uso ad abitazione nobile e sede del Collegio Germanico. Il raggiungimento degli obbietivi descritti ha comportato alcuni consolidamenti strutturali, il restauro degli apparati pittorici e delle pavimentazioni, il ripristino e l’adeguamento a nuovi standards abitativi ed impiantistici dell’intero complesso, nonché l’introduzione di nuovi servizi, anche esterni al castello, a sostegno della qualificazione della struttura ricettiva. Tutti gli interventi sommariamente descritti sono stati effettuati con lo scopo di recuperare ed esaltare le eccezionali caratteristiche architettoniche del bene monumentale e di migliorarne l’inserimento nel contesto paesaggistico. Gli interventi che si sono realizzati nel corso degli anni possono essere ricondotti a due ambiti e sintetizzati nel modo che segue. Ambiti interni al castello. Piano terreno: nei grandi spazi coperti a volte sono state ricavate le sale per i meeting ed i banchetti con i molteplici servizi connessi a questa attività. Piano ingresso: in stretto rapporto con la corte sono stati collocati la residenza del gestore, la cucina e la sala colazioni, la sala del biliardo, le sale per la amministrazione ed i servizi alla attività ricettiva. Piano nobile: su questo piano si trovano gli ambienti di maggior pregio che ospitano le suites , la biblioteca, la sala per la musica e per il pranzo. Piano secondo: viene confermato l’impianto originario caratterizzato dal grande corridoio che si sviluppa lungo la corte dove si aprono le camere da letto di varia dimensione (il progetto di questo piano è stato approvato e prossimamente si inizieranno i lavori). Piano sottotetto: il piano caratterizzato dalla presenza di grandi capriate lignee che sorreggono il tetto a falde è stato dedicato alla collocazione degli impianti tecnici. Ambiti esterni al castello. Area nord: l’intero declivio sotto lo sperone del castello, sul lato rivolto alla valle del fiume Cesano verso il mare, è stato oggetto di una nuova modellazione del terreno per permettere l’inserimento di una piscina dotata degli impianti e degli spazi semi-ipogei idonei per lo svolgimento di eventi serali. Edificio ex-magazzino: l’edificio prospettante la piazza principale, di tre piani fuori terra un tempo destinato a magazzino è stato oggetto di un risanamento per consentire la collocazione di cinque unità turistico-residenziali ad integrazione della attività alberghiera principale. Edificio e corte sud: un edificio ad un piano, in forte stato di degrado, e la grande corte pavimentata ad esso connessa, sono stati risanati, ben collegati al paese ed hanno dato vita al ristorante “La tavernetta sull’aia” . La lunga e complessa attività di recupero brevemente descritta, ha consentito di recuperare un bene monumentale di straordinaria rilevanza territoriale nella sua interezza e con essa, la sua completa fruibilità rimasta pregiudicata per un lungo periodo. Nello stesso tempo, la creazione di una qualificata attività turistico-ricettiva articolata in diverse forme, da quella alberghiera a quella della gestione di eventi e cerimonie piuttosto che di ristorazione, ha consentito di ampliare il recupero edilizio ad altre porzioni del centro storico riportando nuova vita e senso economico all’intera comunità monteradese

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