Memorie Disegnate, ACRIVOULIS architettura + interior design ACRIVOULIS architettura + interior design Bagno moderno Proprietà,Specchio,Apparecchio idraulico,Lavello,bianco,Rubinetto,Bagno,Illuminazione,Interior design,Architettura
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« Bologna è una vecchia signora dai fianchi un po'
molli, col seno sul piano padano ed il culo sui colli
»

(Francesco Guccini, Bologna)

Il treno che giunge a Bologna da Roma in prossimità della meta compie un’ampia curva che abbraccia la città da sud-est verso nord, e all’altezza di San Donato consente al viaggiatore di scorgere in lontananza lo skyline della città con le sue torri, le cupole i tetti e i merli dei palazzi, in quell’attimo prendono forma nella memoria i tanti racconti di questa città in cui la musica, l’arte, la storia, la cultura e i diritti hanno trovato casa, in un susseguirsi di strade medievali, portici e piazze che si raccontano con le parole dei cantautori·

Attraversata la città e proseguendo verso nord-ovest arrivati a Zola Predosa, scopriamo un piccolo borgo a misura d’uomo, adagiato fra la pianura e le colline padane in cui sentiamo vivo l’afflato culturale di Bologna e il piacere delle cose semplici e genuine come il cibo e il vino emiliano.

Mi piace credere che i nostri clienti ci abbiano cercato, perché sanno quanto per noi progettare è prima di tutto un viaggio attraverso lo spazio mentale e della memoria del committente per arrivare alla definizione di uno spazio fisico in cui sentirsi a casa.

Siamo entrati la prima volta in questa casa senza mai trovarla… dalla porta d’ingresso si accedeva in un corridoio che isolava dal mondo, l’abbiamo percorso alla ricerca di uno “spazio domestico”, nascosto ora in un soggiorno troppo simile a una camera, ora in una cucina troppo simile a un soggiorno, ora in un bagno troppo lungo e stretto per essere vissuto come spazio terapeutico della propria intimità.

Attraverso le parole, i racconti, le memorie della famiglia abbiamo reinterpretato gli spazi della casa, aprendola alla luce e all’incontro, così il soggiorno-ingresso diviene il luogo dell’accoglienza che dialoga con lo spazio esterno, enfatizzato dall’affaccio diretto sul verde. L’apertura verso la cucina, svelata da una parete mobile trasparente ma anche riflettente, rivela i luoghi della convivialità e li fonde negli spazi della vita familiare.

La memoria di questa casa che era la casa della nonna, ma anche del padre rivive nella trasformazione in un luogo in cui la nuova giovane famiglia, già numerosa e multigenerazionale, possa ritrovare la gioia e l’armonia degli ambienti dell’incontro domestico.

Nel gesto radicale di apertura alla luce e al mondo, un segno sottile sulla parete racconta lo skyline della “città delle torri” divenendo incisione lungo un pannello di legno che incuriosisce il visitatore e disvela lo spazio più intimo e privato delle camere da letto e dei bagni.

Gli interventi essenziali, concordati con gli strutturisti, sono stati realizzati nel rispetto e con il vincolo imposto dalla costruzione in muratura portante, nonostante queste limitazioni la casa ha assunto una nuova vita attraverso la realizzazione di ambienti che affacciano su un piccolo spazio centrale in cui, abbandonata l’idea del corridoio, si ricostruisce un luogo dell’incontro intimo e accogliente. Su questo spazio centrale reso fluido e gradevole dal delicato assito del legno, dai caldi colori delle pareti e dal disegno essenziale e raffinato di porte ad ante planari con le cornici, affacciano le tre camere da letto e i due bagni.

Ancora una volta i bagni divengono i luoghi in cui l’architetto interpreta i sogni del committente, dando vita agli spazi del desiderio. Il piccolo bagno senza finestre, restituisce l’ambiente intimo e accogliente di una sorta di hammam domestico: il mosaico luminoso sul fondo riflette luci soffuse e radenti, che accarezzano pareti color corda su cui grandi lastre di pietra rendono geometrico lo spazio e si incastrano con i piani di legno della panca per la doccia e del piano d’appoggio del lavabo a conca, la doccia a pioggia semplicemente ricavata lungo una porzione del bagno è protetta da un vetro trasparente accolto nelle fessure della pietra.

Il bagno patronale costretto dalle strette pareti portanti, di colpo si libera in una spazialità nuova grazie all’idea originale e funzionale di orientare la vasca, disegnata come un’antica tinozza di pietra, in posizione disassata rispetto alle pareti e avvolta da una panca in legno che diviene piano d’appoggio dei profondi lavabi a catino. La panca bassa, i catini, la vasca, costringono a una nuova gestualità, a un approccio diverso all’ambiente bagno dando vita a uno spazio terapeutico in cui l’acqua è elemento centrale che riporta a uno stato di benessere emozionale. Grandi lastre di pietra anche in questo bagno segnano le pareti e il pavimento, riflesse dal lungo e profondo specchio tagliato per incontrarsi con la pietra e con le mensole porta salviette che si raddoppiano nel suo riflesso.

Il segno progettuale ha interessato anche il disegno di una madia in legno su cui il tavolato del pavimento ritorna ad accostarsi al bianco del rovere verniciato, trasformandosi in cassetti e vani contenitori; sulla stessa parete un quadro scultoreo in rovere cela il citofono e viene attraversato dallo skyline il cui segno continua come traccia dell’architetto lungo la parete.


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