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Villa Glicini, laura mascino laura mascino Case
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Villa Glicini, laura mascino laura mascino Case

UN LABORATORIO ARCHITETTONICO DI SPERIMENTAZIONE TRA ANTICO E MODERNO

Quella di Villa Glicini è la storia di un bel restauro, bello nella volontà comune ai diversi protagonisti: committente, architetto, imprese… di un buon costruire.

Una casa dell'inizio del '900 era l'occasione giusta per un progetto di sperimentazione nel rapporto tra antico e moderno e per lavorare su alcuni principi.

Si è lavorato partendo dalla volontà di:

⁃   Valorizzare l'esistente. Ricercare e poi valorizzare i tratti eleganti o di valore della casa: quindi lavorare sugli elementi invisibili o deboli che però una volta valorizzati avrebbero permesso di accrescere la nobiltà dell'edificio.

⁃   Antico-contemporaneo: due linguaggi che si valorizzano a vicenda. Utilizzare piccola parte della volumetria concessa sul lotto per un ampliamento del volume, in modo che il nuovo corpo avesse un marcato linguaggio contemporaneo e che l'incontro tra i due linguaggi facesse sì che si valorizzassero a vicenda.

⁃   Grande attenzione ai materiali e sperimentazione di tecniche nuove. Sia il corpo esistente da restaurare che il corpo dell’ampliamento dovevano e potevano essere il luogo di uso di tecniche innovative o rilavorazione di materiali utilizzati nella tradizione: innovazione, sperimentazione e tradizione, purché tutto fosse studiato nel dettaglio.

⁃   Il progetto di paesaggio. Mantenere il giardino nella sua dimensione, ripristinarlo e ridare quindi valore anche all'arte dei giardini, considerando il progetto di paesaggio importante anche nel rapporto tra architettura e giardino in un territorio che ha, su questo tema, esempi storici notevoli.

Villa Glicini si presentava come un edificio residenziale d’inizio Novecento, senza particolare pregio architettonico ma sicuramente costruito con grazia nelle proporzioni e in alcune finiture e tecniche che appartenevano al periodo del liberty. Una casetta come tante inserita in un interessante giardino. Né la casa né il giardino erano soggetti ad alcun vincolo, la casa poteva essere demolita e all'interno del lotto si poteva costruire una notevole volumetria.

Il giardino della casa è uno dei suoi elementi di maggior valore, non solo per le sue dimensioni, ma anche per una serie di piante che vi sono all’interno: da una splendida magnolia (Magnolia grandiflora), a un boschetto di bamboo fitto, a un ciliegio cadente (prunus lannesiana).

Questo giardino, che si presentava un po’ incolto e un po’ prezioso è diventato il punto di partenza del progetto: l’edificio e il suo giardino dovevano parlarsi.

L’ampliamento del volume è un corpo che si sviluppa sopra e nella parte posteriore dell’edificio. Il nuovo volume ha un linguaggio completamente diverso dal corpo esistente. Si tratta di un elemento su tre piani vetrato, con struttura in colonne di acciaio e un importante setto in calcestruzzo nero. La trasparenza è stata voluta per rapportarsi con il giardino in una continuità visiva importante soprattutto dall’interno. Stare nelle nuove stanze è come stare in giardino: il ciliegio, la magnoli diventano perciò gli sfondi visivi.

Crediti: Photo by Giorgio Bombieri
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